La cucina capitolina, come ben si sa, è un’eccellenza conosciuta in tutto il mondo. Negli ultimi anni, è stata investita da un cambiamento fondamentale. Quale di preciso? Il focus sulla centralità del web. Dall’esperienza dell’home restaurant – contesti domestici dove è possibile gustare piatti della tradizione come la carbonara preparati da cuoche e cuochi casalinghi che aprono le porte di casa propria a chi vuole mangiare lontano dai circuiti turistici di massa – fino all’e-commerce, sono tantissimi gli aspetti da considerare.
Nel caso di quest’ultimo, è bene ricordare che, soprattutto da inizio 2020, i suoi numeri sono aumentati notevolmente. Le restrizioni causate dalla pandemia di Covid hanno portato tantissime persone ad avvicinarsi al cibo come dimensione di comfort emotivo e di strategia per passare il tempo. In molti, grazie a tutto ciò hanno scoperto o riscoperto piatti della tradizione di diverse zone d’Italia e, desiderosi di avere la garanzia del massimo della qualità e della trasparenza della filiera, si sono rivolti ai portali web dei piccoli produttori che, di riflesso, si sono trovati davanti alla necessità di adeguarsi alla temperie della digital transformation.
Se la fruizione del cibo è ormai vista come un’esperienza totalizzante – in un piatto della tradizione non c’è una semplice materia prima di ottimo livello, ma tutto un mondo valoriale da proteggere – il web l’ha amplificata. A dimostrazione di ciò è possibile chiamare in causa la possibilità di acquistare sughi pronti artigianali sullo shop di Cesarine, la casa sul web della più celebre e antica rete di cuoche casalinghe in Italia.
Per chi non può trovarsi fisicamente nella capitale – sappiamo bene quanto, per diverso tempo, sia stato difficile viaggiare – si tratta di un’opportunità per riuscire, come già detto, a vivere comunque un’esperienza speciale, un percorso che porta con sé una storia, anni e anni d’amore per l’arte culinaria e la dedizione nella scelta delle materie prime.
Quando si dice, come nel titolo, che ormai il gusto percorre le vie del web è il caso di ricordare che, grazie sempre a realtà come quella ricordata nelle righe precedenti è possibile, oggi come oggi, fare propri alcuni dettagli della meravigliosa tradizione gastronomica della Città Eterna. A dimostrazione di ciò basta ricordare l’organizzazione, sempre nell’ambito di contesti domestici e con la rete come tramite, di corsi di cucina per preparare alcuni piatti simbolo della genuinità ai piedi del Cupolone.
Qualche esempio? La coda alla vaccinara, un piatto che ha il vantaggio di essere poco turistico e che viene spesso chiamato in causa da chi vuole toccare con mano i sapori più autentici della gastronomia capitolina. Da non dimenticare sono altresì piatti come l’abbacchio alla scottadito e i celebri bucatini all’amatriciana.
Non c’è che dire: chi pensa che il web abbia snaturato un patrimonio con alle spalle secoli e secoli di storia, dovrebbe cambiare idea e iniziare a riflettere sul fatto che la rete è solo un contenitore. Quello che conta è ciò che ci si trova dentro. Nel momento in cui il contenuto è caratterizzato dalla voglia di omaggiare in maniera autentica la magia della cucina della Città Eterna, regalando un’esperienza che sa di casa dall’inizio alla fine, l’unica cosa da fare è guardare, imparare e, se si lavora nella filiera del food, riflettere su come innovare.
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