22 febbraio 1997: presso la Galleria Ricci Oddi di Piacenza scompare il “Ritratto di Signora”, una delle opere dell’artista austriaco Gustav Klimt risalente al 1916/17.
La cornice abbandonata sul tetto dopo il furto era tutto ciò che restava di una delle splendide e più discusse opere di Gustav Klimt.
La tela originale, si suppone infatti essere stata conclusa nel 1910 ed esposta a Dresda alla Grosse Kunstausstellung nel 1912. Poi, l’autore doveva aver deciso di coprire e cambiare alcuni colori e dettagli, fatta eccezione per il volto della donna rappresentata, soggetto solo a lievi modifiche. Questa idea, nata nel 1996 dall’intuizione di una studentessa piacentina (Claudia Maga), era stata di fondamentale importanza: inizialmente si credeva infatti che il primo “Ritratto di ragazza”, di cui esistevano soltanto pochissime immagini, fosse andato perduto. Invece, era stato solo nascosto dietro nuovi colori.
La tela del 1910, rappresentava una giovane donna in tutto il suo splendore: i toni, decisamente più scuri, erano dati dal cappello nero a tesa larga, dall’abito scuro e dal profondo décolleté. Anche l’acconciatura dei capelli era molto diversa da quella che conosciamo, e alcune ciocche arrivavano a coprire la mascella della ragazza.
Il “Ritratto di signora” che invece era parte della Galleria Ricci Oddi dal 1925 circa, d’altro canto, riportata una giovane donna dai lineamenti delicati, con i capelli raccolti e un vestito a collo alto dai toni più chiari.
Un furto, quello del febbraio 1997, come tanti ne avvengono, ma che aveva fatto il giro del mondo in pochi giorni.
La vicenda, mai dimenticata, era rimasta poi celata nei meandri della memoria, come spesso accade quando scompaiono dipinti o opere di questo calibro: è raro, infatti, che queste vengano poi ritrovate e riportate a casa.
Lo scorso 10 dicembre, poi, il ritrovamento quasi casuale nell’intercapedine della parete esterna della Galleria. Il quadro, nascosto in un sacco, era stato ritrovato dietro ad uno sportello nascosto da alcuni tralci di edera.
Le indagini dietro alla scomparsa di questo dipinto dal valore inestimabile erano state particolarmente serrate e si erano snodate su numerose e varie piste anche grazie alla cornice del dipinto, rinvenuta sul tetto dopo il furto.
Poi, lo scorso 21 gennaio, sul Corriere della Sera e su Libertà, le strabilianti novità: due uomini di oltre 60 anni confessano il furto. Sicuramente un modo per alleviare la propria pena, data la fedina penale particolarmente macchiata. Secondo quanto riportato dai media, i due avrebbero fatto parte di una banda di ladri che tra il 2013 ed il 2014 era riuscita a mettere a segno oltre 40 rapine tra gioiellerie e case. La Cassazione, ha condannato i due a rispettivamente a sette anni e quattro anni più otto mesi di reclusione. La sentenza, emessa pochi giorni dopo il ritrovamento del Klimt, ha fatto subito pensare che il restituire il dipinto fosse solo un disperato tentativo di chiedere clemenza.
Attualmente, il dipinto dovrà essere sottoposto ad un normale intervento di manutenzione, ma Piacenza può tirare un sospiro di sollievo: una delle più belle opere scomparse è tornata finalmente a casa.
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