Per alleviare le torride temperature arrivate fino a 50 gradi e scongiurare improvvisi incendi, il Governo degli Emirati Arabi ha generato artificialmente intese piogge tanto da allagare alcune strade.
Per favorire e spingere le precipitazioni, sono state utilizzate delle tecniche di cloud seeding, attraverso il particolare utilizzo di alcuni agenti chimici che interagendo con le nuvole, stimolano la pioggia aumentandone la quantità prodotta. La particolare tecnica del cloud seeding consiste nel seminare le nuvole con getti di ghiaccio secco e ioduro d’argento che vengono sparati ad una determinata altitudine da appositi aerei.
In questo modo, gli agenti chimici con i giusti livelli di umidità e nelle giuste condizioni, favoriscono la condensazione provocando le precipitazioni artificiali o rendendole semplicemente più abbondanti. Questi metodi sono già stati utilizzati per agevolare l’agricoltura o diminuire l’inquinamento da Stati come, la Cina e gli Stati Uniti. Le operazioni negli Emirati Arabi sono condotte dal Centro meteorologico nazionale che rintracciando le nuvole più promettenti gestiscono le piogge in netto contrasto con il consueto clima del Paese.
Nonostante sotto alcuni aspetti questo processo possa portare aspetti positivi per la vita di tutti i giorni, alcuni esperti sottolineano dei problemi legati all’impossibilità di determinare esattamente quali nuvole produrranno più pioggia e quanta ne cadrà a priori.
Per questo, oltre ad investire nei progetti di cloud seeding, il Governo sta finanziando anche studi relativi a tecniche ed impianti per preservare e trattare l’acqua piovana già caduta naturalmente.
Sull’ambiente le operazioni di cloud seeding possono avere diversi obiettivi: dal combattere la siccità, al tutelare i raccolti, fino a motivi più commerciali, come garantire matrimoni ed eventi più soleggiati.
Anche se, in questo modo, controllare la natura possa sembrare facile, non sono ancora noti gli effetti a lungo termine di eventuali operazioni di cloud seeding, che se dovessero essere insistenti, potrebbero avere conseguenze anche negative a livello climatico globale.
Anelli di gas sull 'Etna, accanto alla falce di Luna (fonte: Marcella Giulia Pace)
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