Non tutti sanno che nel cuore della Tuscia Laziale, in provincia di Viterbo, si trova un bosco dove immaginazione e paure prendono forma: il Sacro Bosco di Bomarzo, noto ai più come Parco dei Mostri di Bomarzo.
In letteratura e nell’arte, il bosco è spesso visto come metafora di caos, turbamento, inquietudine, vita, perdita della via: pensate quindi come deve essere addentrarsi in questo Parco dove nella pietra sono scolpiti mostri ed esseri mitologici.
Progettato dal principe Vicino Orsini e dal grande architetto Pirro Ligorio nel 1552, il parco ha saputo inserirsi nella cultura architettonico-naturalista del secondo Cinquecento. Tuttavia, questo bosco non rispetta gli standard e le regole dell’architettura dell’epoca: i suoi sentieri, le statue non sono distribuiti e disegnati secondo un ordine ben definito, ma tendono a rappresentare quel caos primordiale che è facile collegare all’animo umano nei momenti di difficoltà o di instabilità mentale causata proprio da ciò che si teme. Benché le ragioni per cui il Parco dei Mostri sia stato costruito restino ignote, tra le ipotesi più plausibili spicca quella del “percorso iniziatico”, quasi che Orsini volesse portare i suoi ospiti faccia a faccia con il loro Io più nascosto.
Dopo quattro secoli di abbandono, questo luogo che si estende su una superficie di circa 3 ettari è stato fortunatamente rivalutato anche grazie ad intellettuali e artisti come Johann Wolfgang von Goethe, Salvador Dalì (che qui si ispirò per il trittico “Le Tentazioni di Sant’Antonio”) e Mario Praz solo per citarne alcuni, è ancora possibile addentrarsi tra i sentieri e nell’oscurità degli alberi per cercare di seguire un percorso. Il tutto, accompagnato da una frase scolpita su una delle due sfingi poste al suo ingresso: “Tu ch’entri qua pon mente parte a parte et dimmi poi se tante maraviglie sien fatte per inganno o pur per arte”.
Lungo il percorso si incontrano circa 35 composizioni: da Ercole contro Caco, dalla statua di Nettuno al complesso del Pegaso Alato alle statue di Echidna e Furia. Qui, ogni incubo diventa reale, ogni inquietudine riesce insieme allo stupore a farsi strada nel cuore dei passanti.
“A Bomarzo la finzione scenica è travolgente; l’osservatore non può contemplare perché vi è immerso, in un ingranaggio di sensazioni (…), capace di confondere le idee, di sopraffare emotivamente, di coinvolgere in un mondo onirico, assurdo, ludico ed edonistico” scrisse Bruno Zevi su Barocco Illuminismo (1995).
Il parco è aperto tutti i giorni dalle 8:30 alle 19:00. I biglietti costano 11 euro per gli adulti e 8 per i bambini dai 4 ai 13 anni. In caso di gruppi (che devono essere composti da almeno 30 persone) il costo del biglietto è di 8 euro mentre per i diversamente abili l’ingresso è gratuito.
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