Reflusso gastroesofageo, sintomi e cause di una problematica sociale

La società in cui viviamo, che ci richiede performance sempre più efficienti e continue, causa spesso livelli di stress notevoli. Questa condizione, può rappresentare un fattore peggiorativo del reflusso gastroesofageo, altrimenti noto come GERD. Questa condizione è di natura cronica e si contraddistingue per la risalita dei succhi gastrici, che entrano in contatto con la parete dell’esofago. Il passaggio in questione avviene soprattutto a seguito dell’assunzione di cibo.

Condizione che, di base, è dovuta al malfunzionamento del cardias, la valvola che chiude l’esofago a livello della sua parte bassa e che impedisce, in situazioni di fisiologia, ai succhi gastrici di risalire, il reflusso può essere peggiorato dallo stress per diversi motivi. Chi ne soffre, può essere spesso interessato da un aumento dell’appetito e della fame nervosa, con frequente scelta di alimenti poco salutari, che non influiscono positivamente sulla digestione (rilassano il cardias, favorendo la risalita dei succhi gastrici).

Si tratta di un vero e proprio circolo vizioso: più si è presi dallo stress, più peggiora il reflusso, che si contraddistingue per sintomi potenzialmente forieri di forte disagio nelle occasioni sociali e non solo. Tra questi è possibile citare il bruciore di stomaco, il rigurgito, la nausea e la tosse cronica.

Per fortuna, come si può leggere in questa guida di Farma27 sui rimedi per il reflusso, è possibile affrontare la situazione in diversi modi e intervenire attenuando i sintomi.

Essenziale prima di tutto è intervenire con percorsi come la terapia cognitivo comportamentale, espediente dall’efficacia scientificamente provata contro problematiche come lo stress psicosociale, condizione associata, come dimostrato da diversi studi scientifici, tra cui una ricerca condotta nel 2012 da un’equipe dell’Ewha Woman University di Seoul, all’esofagite da reflusso.

L’orientamento psicoterapico in questione permette di intervenire anche contro la fame nervosa.

Per tenere sotto controllo i sintomi, in primis il bruciore di stomaco, è possibile chiamare in causa gli antiacidi, a base di attivi come l’idrossido di magnesio e l’idrossido di alluminio e da assumere dopo il pasto.

Nei casi in cui la condizione si cronicizza, si può ridurre la produzione di acidi con gli inibitori di pompa protonica, come per esempio i farmaci a base di attivi come l’omeprazolo e il pantoprazolo (da assumere sempre dopo aver chiesto consiglio al proprio medico curante).

Tornando un attimo al riconoscimento dei sintomi, ricordiamo l’importanza di informarsi bene su quelli dell’infarto del miocardio. Uno di essi, ossia il bruciore alla bocca dello stomaco, è in comune con il reflusso gastrico, una condizione indubbiamente fastidiosa ma non un’emergenza medica immediata.