Nell’odierna alimentazione esistono ormai tante varietà di diete che differiscono l’una dall’altra talvolta per l’apporto proteico, altre per quello dei carboidrati o grassi. Un’ampia gamma di caratterizzazioni alimentari che hanno portato l’attuale popolazione dei giovani ma anche degli adulti a categorizzarsi.
Vi si riconoscono in questo insieme alcuni sotto insiemi legati al cosiddetto “Fit”, quindi a coloro che tengono particolarmente alla linea; ai quali si oppongono per modo di dire, gli onnivori, ossia coloro che amano il cibo e mangiano di tutto senza restrizioni.
Nel mezzo poi vi sono quelli che praticano scelte di carattere anche ambientale, come i vegetariani e vegani, molto numerosi in Italia. Proprio a quest’ultima categoria ci riferiamo in questo approfondimento per conoscere da vicino uno specifico prodotto: il vino veg. Cosa bisogna sapere di tale elemento enogastronomico dunque: dalle curiosità alle caratteristiche organolettiche, passando per origine e sviluppo.
In parte abbiamo già risposto al quesito in questione nella sezione sopra a proposito del come è fato il vino vegano. Quindi è stato evidenziato un maggiore tono di opacità a dispetto della trasparenza quasi inverosimile degli altri vini in commercio. Aspetto chiaro conferito dal filtraggio degli additivi ed elementi residuali che in un caso vengono rimossi e nell’altro no. Rimarcato questo, spostiamo ora il focus sugli altri punti di comprensione e riconoscimento di un vino veg.
Come capire se il vino è vegano è una domanda a cui non basta rispondere con la sola specifica tecnica di cui sopra. In soccorso ci viene in questo discorso anche l’etichettatura ad esempio. Leggendo l’etichetta del prodotto enogastronomico veg in questione è possibile capire se si tratta o si è in presenza di un vino vegano o meno. Infatti quando si parla di alimenti o bevande di tale categoria è obbligatoria la dicitura che rendi chiara la natura del prodotto.
Quindi se di matrice vegana o no, proprio per avere la certezza assoluta in fase di acquisto di una materia prima o lavorata che sia priva di additivi, coadiuvanti ed altri componenti di origine e derivazione animale (quali ad esempio albumina, ovoalbumina, lisozima da uovo, caseinati, etc.).
Molti di quelli citati sono strumenti di chiarificazione del vino che in fase di produzione vengono aggiunti per poi essere eliminati dal vino stesso a fine lavorazione. Tuttavia talvolta essi sedimentano sul fondo delle bottiglie restando dunque all’interno del prodotto. Ciò riguarda anche le fasi successive alla produzione quali confezionamento ed etichettatura.
Anche questi processi possono coinvolgere l’uso di elementi di natura animali o di sua derivazione che per tanto può andare ad incidere sul prodotto finale. Ovviamente la certificazione veg è risolutiva in tal senso, poiché nel momento in cui essa viene apportata sul vino o alimento che sia, è accertatrice di un elemento privo di qualsivoglia presenza animale.
Il consiglio, comunque, è quello di affidarsi al web, utilizzando siti affidabili, andando a spulciare cosa c’è scritto su internet. Nel senso che, così come se vuoi prenotare un hotel o un ristorante leggi le opinioni degli utenti, per non parlare dei settori più restrittivi in cui le persone, prima di investire i propri soldi, spulciano da cima a fondo Google nel leggere le recensioni del casinò di netbet e di qualsiasi altra azienda che si occupa del gioco.
Iniziamo per tanto questa disamina del vino vegano partendo dal che cos’è. Quindi dalla sua essenza e significato più recondito. Partiamo dal dire che un vino vegano è un prodotto enogastronomico non dissimile dagli altri elementi di categoria.
Quindi si tratta di un vino che differisce da quelli che normalmente vengono acquistati in supermercato dalla stragrande maggioranza della popolazione mondiale per dei dettagli piccoli di produzione. Infatti il vino vegano non ha additivi o coadiuvanti di natura animale, nemmeno in minima parte. Questa è la reale differenza tra la suddetta tipologia di vino e gli altri solitamente venduti o prodotti in commercio.
Dalla risposta alla domanda di cui sopra ci si ricollega poi ad un altro concetto: ossia perché il vino non è vegano di solito. Infatti tale domanda viene da sé dal momento che si fa la precisazione sul prodotto enogastronomico veg differenziandolo dagli altri della medesima categoria.
Come detto nel paragrafo precedente tutto sta nella divergenza produttiva dove da un lato non vengono eliminati i residui di additivi e coadiuvanti, mentre nel vino vegano sì. Una differenza che seppur in minima parte incide sulla scelta di tipo alimentare di coloro che praticano una dieta priva di prodotti derivanti dall’origine animale e affine. Quindi il vino di solito non è vegano poiché in fase di produzione non è rimossa la componente residuale degli additivi.
Veniamo ora ad un altro aspetto interessante che riguarda la produzione appunto del vino vegano: quindi come è fatto un prodotto del genere, considerando che degustare un vino vegano è un qualcosa che fa parte di diverse tappe inerenti il turismo enogastronomico.
Il primo elemento che contraddistingue in maniera marcata un ino vegano è la sua opacità che si oppone alla trasparenza degli altri vini in commercio. Infatti la differenza di filtraggio dove vengono rimossi o meno gli additivi e coadiuvanti tecnologici di chiarificazione di tale prodotto comporta una resa finale più o meno trasparente.
Un livello di conseguenza di opacità maggiore nel caso del vino veg a dispetto di quanto accade con gli altri vini. Un vino vegano che risulta poi anche meno corposo e deciso nel gusto proprio in funzione della rimozione di quegli additivi che contribuiscono nella circostanza degli altri prodotti enogastronomici a far venir fuori con decisione il sapore.
Ma questo discorso potrebbe estendersi anche agli altri alimenti vegani, che mostrano sempre un gusto minore rispetto alla controparte non veg. Quindi un sacrificio di sapore a favore di una scelta alimentare precisa che salvaguarda anche l’ambiente (per ciò che concerne la fauna) e incide positivamente sulla salute per un minor consumo di carni e proteine animali che possono essere tranquillamente sostituite con quelle di derivazione vegetale (legumi su tutti). Bisogna altresì riconoscere che un vino veg non è un vino insapore, ma una bevanda che di certo non può per mancanza di alcuni elementi costitutivi essere alla stregua palatale dei suoi concorrenti sul mercato.
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