Coronavirus: dalla Cina arrivano i caschi termoscanner per la polizia

Da qualche mese, partendo dalla Cina e allargandosi come una macchia d’olio fino all’Italia, il mondo intero si è trovato improvvisamente a combattere una guerra contro un nemico veloce ed invisibile che non sta risparmiando niente e nessuno, colpendo non solo persone ma l’economia di interi Paesi, costringendo l’unione e l’impegno di tutte le forze possibili per risolvere l’emergenza sanitaria: da quelle di protezione individuale, a quelle medico – sanitarie, fino a quelle scientifiche e tecnologiche.

Per questo, l’Italia sta già pensando ad un modello tecnologico utilizzato dalla Cina per combattere e circoscrivere il covid-19, in cui i poliziotti dotati di particolari elmetti utilizzano l’intelligenza artificiale per rilevare a distanza la temperatura corporea delle persone.

I caschi termoscanner si affidano ad un sistema di lenti e occhiali a raggi infrarossi che riescono a misurare la temperatura corporea delle persone nel raggio visuale fino a 5 metri di distanza, emettendo un segnale acustico in presenza di una temperatura anomala superiore ai 37 gradi.

Questa tecnologia, potrebbe essere un’ulteriore arma di supporto a quelle già presenti, riuscendo ad individuare il paziente, inserirlo in un database aggiornato e vedere se quella persona abbia già eseguito un tampone o sia venuta in contatto con altre persone infette da Covid 19.

L’utilizzo di una tecnica simile, già testata in Cina, potrebbe essere in grado di circoscrivere i malati, effettuando eventuali controlli in modo capillare ed intervenire tempestivamente per isolarli, bloccando il diffondersi del contagio e l’alto rischio di collasso degli ospedali.